La Strada Maestra

La Strada Maestra

Anche io ci ho scherzato su. Quando ho dovuto scegliere con i miei collaboratori la frase che meglio racchiudesse in sé le ragioni di fondo della mia candidatura, non ho avuto dubbi nel preferire “la strada maestra”. Può essere declinata in mille modi. Abbiamo provato anche ad immaginare le battute che potevano essere fatte contro, il rischio di qualche inevitabile derisione da parte di un avversario. Ma alla fine abbiamo scelto proprio quella lì.

Poi questo slogan è entrato nella mia testa. Scegliere una frase, meglio, trovare due sole parole in grado di sintetizzare anni di lavoro, idee e progetti, il senso di una missione, può sembrare un gioco ma non lo è. Soprattutto per uno come me, che cerco di essere preciso, amo il dettaglio e a volte so di parlare troppo a lungo.

Ci ritroviamo – noi tutti, Caserta – dopo un lungo cammino ad un bivio e dobbiamo scegliere da che parte andare. Io stesso potrei fare scelte diverse. Potrei passare la mano, dedicarmi alla famiglia e alla professione, come una parte di me ha cominciato a sussurrarmi da un po’, a dirmi “dai, sei il primo sindaco ad arrivare sano e salvo fino alla fine del mandato”, “puoi essere soddisfatto, non credi? Sei sicuro di avere le energie per altri cinque anni?”, “e poi, che ne sarà della tua carriera politica?”.

Poi questa strana idea di trovarci tutti ad un bivio e dover scegliere da che parte andare ha cominciato a diventare in me prevalente. Io sogno, come dovremmo fare ciascuno di noi. Ad occhi aperti, sogno spesso di alzarmi e poter aver una giornata positiva, fatta di buone notizie, di cose che vanno al loro posto senza grandi sforzi. So che non è mai così, ma ci spero sempre.

E così ho cominciato ad immaginare quante fossero le possibilità di scelta di fronte ai casertani. Forse, mi sono detto, è il modo più autentico di pensare ad una nuova campagna elettorale. Non mi riferisco ai candidati, ovviamente. 6, 8 o 10, non fa alcuna differenza. Mi riferisco alle scelte di fondo, a quelle decisioni che prima o poi ciascuno di noi è chiamato a fare. Quelle scelte che possono segnare il destino di una comunità.

Certo, i casertani potrebbero essere tentati dal desiderio di tornare indietro, un po’ delusi dal percorso fatto, un po’ stanchi delle tante difficoltà che si sono incontrate, scettici e poco convinti sulle reali prospettive. Oppure potrebbero decidere per qualcosa di diverso, così tanto per provare, tanto che importa, “il comune mica siamo noi”, perché alla fine poi “sono tutti uguali”, o perché qualcuno è più simpatico, è amico del tal amico.

Oppure possiamo saggiamente decidere di non lasciare la strada maestra. Di essere orgogliosi del percorso fatto fin qui. Proseguire avendo chiaro dove vogliamo arrivare, avere fiducia che il lavoro fatto non sarà buttato via, che non ricominceremo ancora una volta tutto da capo.

La strada maestra, sia chiaro, non significa che il tratto che dovremo affrontare nei prossimi anni sarà uguale a quello fatto fin qui, anzi, sarà per tutti noi un cammino nuovo, ricco di cose diverse e importanti, sapremo evitare gli errori che pure abbiamo commesso, probabilmente ne faremo di nuovi ma sapremo essere tutti concentrati e risoluti a raggiungere la meta prefissata.

La cosa più importante che voglio dire oggi è che lungo questa strada non sono mai stato solo. Ho avuto collaboratori che stimo, assessori che si sono impegnati a fondo, consiglieri, amministratori, dirigenti, fino all’ultimo dipendente del comune, che hanno fatto seriamente la loro parte. Ma soprattutto ho avuto la possibilità di conoscere a fondo i miei concittadini, e collaborare con loro. Occuparmi dei mille problemi di ciascun singolo abitante della nostra città è stato per me un onore e un privilegio, che mi ha portato ad imparare tante cose, a scoprire una infinità di mondi.

E poi, pesa sulla mia decisone la pandemia.
La nostra vita è stata tagliata in due, prima e dopo il Covid. Come una guerra, una terribile calamità. Come sempre, l’umanità risorgerà e faremo tesoro delle cose che abbiamo imparato lungo questi interminabili mesi. Primo, non lasciare dietro nessuno. Per troppo tempo abbiamo pensato che una parte della nostra comunità – i fragili, gli invisibili, i vecchi, i malati – fosse tutto sommato non importante come quelli che producono, viaggiano, creano ricchezza, si divertono. Invece con la pandemia abbiamo capito come una comunità è una comunità solo se considerata nel suo insieme, al 100%, senza lasciare indietro nessuno.

E allora come lasciare il campo proprio adesso?

Ecco perché quando nel rivolgermi ai miei concittadini e chiedo il loro voto per poter continuare ad essere sindaco per altri cinque anni dico che non dobbiamo abbandonare la strada maestra. Dobbiamo avere fiducia del cammino fatto insieme, sapere che lungo questo percorso siamo tutti cambiati, migliorati, diventati più consapevoli dei nostri mezzi. Ora di fronte a noi c’è un’occasione da non sprecare. Ne sono sicuro. Caserta ha enormi possibilità, basta avere fiducia in noi stessi e in un domani migliore.

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